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Stretching: come e quando praticarlo

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Che ci crediate o meno, lo Stretching è una tra le prime cose che facciamo la mattina dopo aver aperto gli occhi. Infatti, quanti di voi, appena si svegliano si stiracchiano? Scopriamo insieme di cosa si tratta e quali benefici apporta al nostro corpo.

I movimenti che facciamo appena svegli si possono definire dei movimenti di leggero stretching che sono naturali e istintivi, che hanno lo scopo di apportare sangue al cervello e quindi ai muscoli, mitigare la rigidità muscolare e favorire il risveglio.

Dove è nato lo stretching?

Stretching è un termine anglosassone che deriva dal verbo to stretch (allungare) e indica quella pratica sportiva incentrata sull’allungamento muscolare.

Lo stretching arriva in Italia probabilmente dall’America, grazie al corridore e scrittore Bob Anderson, considerato suo inventore. In realtà, probabilmente si tratta di una pratica sviluppata nei paesi orientali legata alla filosofia di benessere di mente e corpo.

Che tipi di stretching esistono?

Parliamoci chiaro, facendo stretching il vostro muscolo rimarrà sempre della stessa lunghezza, infatti i muscoli non funzionano come degli elastici che più li tiriamo più si allungano. Le fibre all’interno del muscolo per paura di strapparsi ci fanno capire attraverso la sensazione di dolore che più in là non possiamo andare. Gli esercizi di stretching, se fatti in maniera costante e regolare, aiutano le fibre del muscolo a rilassarsi e a tendersi più facilmente.

  1. Stretching balistico

Il metodo dello stretching balistico difficilmente viene utilizzato nei centri sportivi, in quanto considerato pericolo e dannoso. Infatti, questo tipo di pratica prevede di arrivare alla posizione di massimo allungamento del muscolo e poi andare oltre attraverso un movimento brusco e violento, aumentando il rischio di traumi muscolo-tendinei.

  1. Stretching dinamico

Lo stretching dinamico viene spesso utilizzato nella fase di riscaldamento. Attraverso oscillazioni e movimenti controllati, si arriva al proprio limite di escursione articolare. In questo modo è possibile riscaldare i muscoli, mobilizzare le articolazioni e migliorare la flessibilità dinamica.

  1. Stretching statico

Lo stretching statico è la forma più conosciuta, diffusa proprio da Bob Anderson nel 1975, pratica che prende spunto dallo yoga. Con lo stretching statico si tenta di raggiungere molto lentamente una posizione e mantenerla senza che si senta dolore.

  1. Stretching statico attivo

Lo stretching statico attivo prevede posizioni di grande ampiezza articolare, il cui mantenimento avviene solo grazie alla forza dei muscoli agonisti, cioè i muscoli principali che si contraggono durante un determinato movimento.

  1. P.N.F

Si tratta di un tipo di stretching spesso utilizzato nelle terapie riabilitative e, in molti casi, richiede l’intervento di una seconda persona. Questo sistema di stretching è diviso in quattro fasi:

 

  • si raggiunge il massimo allungamento del muscolo in modo graduale e lento;
  • si esegue una contrazione isometrica per circa 15/20 secondi (sempre in posizione di massimo allungamento);
  • si rilassa il muscolo lungo isometricamente contratto, per circa 5 secondi;
  • si allunga nuovamente il muscolo (contratto precedentemente) per almeno 30 secondi.

Quali sono i vantaggi dello stretching?

A livello muscolo scheletrico, lo stretching aumenta la flessibilità e l’elasticità di muscoli e tendini, con un miglioramento complessivo della capacità di movimento. Infatti, la capacità di contrarsi, propria dei muscoli, è direttamente proporzionale alla loro capacità di allungarsi, in altre parole più un muscolo è capace d’allungarsi più è capace di contrarsi, e quindi di sviluppare forza. Inoltre, una pratica continua e regolare permette di diminuire il rischio di traumi.

Quando bisogna fare stretching?

Lo stretching è una pratica che ancora oggi è materia di studio.  Il tipo di stretching e quando farlo dipendono dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Lo stretching dinamico risulta essere adatto come riscaldamento e quindi può essere utile prima di praticare l’attività fisica. Lo stretching statico è utile per allungare i muscoli, secondo alcune ricerche sarebbe quindi preferibile farlo dopo l’attività fisica o una volta che i muscoli sono caldi. Allo stesso tempo, però, alcuni studi stanno mostrando che dal punto di vista posturale, lo stretching può portare diversi benefici anche a muscoli freddi.

Alcuni consigli…

 

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